Riscaldamento Globale

Penuria di larve e lombrichi

La lettura del libro intitolato “Siamo ancora in tempo” di Jason Hickel, editore Il Saggiatore e traduzione di Galimberti-Marangon, ha scosso profondamente il mio animo, mostrandomi le pressanti sfide che la specie umana dovrà affrontare: scomparsa degli insetti, penuria di pesci, inquinamento dell’aria, contaminazione dell’acqua, rischio d’estinzione, deterioramento degli ecosistemi, cambiamenti climatici, riscaldamento globale, carestie alimentari, e molte altre ancora. Non c’è altra scelta, è necessario scontrarsi con questi problemi. Perciò ho deciso di pubblicare una serie di articoli sul blog dell’associazione “Gasteju” (Gas di Castel Madama), riportando delle brevi citazioni dal libro di Jason Hickel, con lo scopo di divulgazione, discussione e riflessione su questi argomenti così fondamentali per il futuro dell’umanità.

Una terra che brulica di vita è fertile, e ci dona abbondanti raccolti alimentari. Ma un terreno senza lombrichi e larve, perde biomassa organica, gradualmente si inaridisce, diventa inerte ed alla fine non vi cresce più nulla.

Citazione dal libro “Siamo ancora in tempo”, di Jason Hickel, Ed. Il Saggiatore, Trad. Galimberti-Marangon

“Se vi è mai capitato di prendere in mano una manciata di terra ricca, scura, odorosa, saprete che brulica di vita: lombrichi, larve, insetti, funghi e milioni di microrganismi. È quella vita a rendere fertili e resilienti i suoli. Da mezzo secolo, tuttavia, l’agricoltura industriale, che dipende dall’aratura aggressiva e dall’apporto di sostanze chimiche, uccide gli ecosistemi del suolo a un ritmo sostenuto. Gli scienziati delle Nazioni Unite hanno scoperto che il 40% dei suoli del pianeta è ormai gravemente degradato. Si perdono terreni agricoli a una velocità cento volte superiore a quella con cui si formano. Nel 2018 uno scienziato giapponese si è assunto il compito di classificare i dati riguardanti le popolazioni di lombrichi nel mondo e ha riscontrato che nelle aziende agricole industriali la biomassa dei lombrichi ha subìto uno spaventoso calo dell’83%. E mentre i lombrichi morivano uno dopo l’altro, i terreni perdevano più della metà del loro contenuto organico. I nostri suoli si stanno trasformando in terriccio inerte.”

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